lunedì 17 giugno 2013

La pelle nera di Coco







Sei diventata nera nera nera
Se diventata nera come il carbon….
Sono passati esattamente  49 anni, era il 1964,  da quando Los Marcellos Ferial cantavano questa canzone, eppure ricomincia come tutti gli anni la voglia di tintarella!
Non è sempre stato così! Il  colore della pelle per le donne vissute prima del 1900 doveva essere niveo in quanto il bianco era associato alla purezza e all’appartenenza a classi sociali elevate. Si avete capito bene…A quei tempi la differenza di classe sociale si misurava anche dal candore della pelle. Le signore aristocratiche passeggiavano con l'ombrellino perché la pelle diafana era sinonimo di signorilità, mentre le donne del popolo erano abbronzate perché costrette a lavorare magari nei campi o comunque all'aria aperta sotto il sole.




Ma i versi iniziali di ….Signorinella pallida, dolce dirimpettaia del quinto piano…ricordate la poesia di Libero Bovio? Dovettero bene presto cedere il passo…





A lanciare la moda della tintarella fu  la grande sarta francese Coco Chanel  negli anni 20, esattamente nel 1923. Questa, dopo una vacanza sulla riviera francese, a Juan-les-Pins fu notata da tutti per la sua carnagione dorata dal sole della Costa Azzurra. Fu così che, in un batter d’ali, crollò il mito secolare della donna dalla pelle bianca come la neve, caro ai poeti medievali, ma anche a qualche contadina che, per dissimulare la sua condizione, andava nei campi con il viso coperto da un grande fazzoletto.
Ma affinché l’abbronzatura si trasformi in fenomeno di massa bisognerà attendere gli anni ’30, quando ad Hollywood i film diventano a colori e le star mettono in mostra un incarnato abbronzato, imponendosi come modello da seguire.
Più tardi, nel 1946, è ancora un sarto francese ad innovare: Louis Réard, che introduce il bikini.  Grande rivoluzione quindi sulla scena dei costumi da bagno, che fino ad allora coprivano tutto il corpo.



Lentamente il fenomeno sbarca sui giornali, che pubblicizzano l’abbronzatura, e diviene  durante la seconda guerra mondiale una vera e propria moda, diffusa grazie alle pin up, splendide ragazze, sensuali e affascinanti, prive di quell'alone di mistero che aveva caratterizzato le "dive" degli anni trenta, spesso fotografate e disegnate in succinti costumi da bagno che facevano sognare gli uomini, soprattutto i soldati che erano andati in guerra.

Oggi l’abbronzatura non è più uno status symbol. Alla portata di tutti attraverso piscine, solarium e lampade, diventa piuttosto una scelta, legata ad uno stile di vita spesso sportivo e salutista. Più in generale, incarna l’idea di benessere psicofisico, contrapposto al pallore simbolo di malattia, stress e disagio.
Anche se, a dire il vero, qualcosa sta di nuovo cambiando. I ragazzini cresciuti davanti a Twilight, Dark shadows e The vampire diaries si avviano verso l’età adulta portando con sé modelli ben diversi da seguire. L’abbronzatura spinta degli anni ’80 (ricordate Gianni Agnelli) sta cedendo il posto ad un colorito molto più leggero e naturale. 

Non sarà che, fra qualche anno, usciremo di casa cosparse di creme a protezione totale?


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