La bottega è l’antro delle
meraviglie: vetrinette luccicanti di bottoni e passamaneria come non se ne
vedono più. Mi sono fatta le viuzze del centro di Palermo per arrivare fin qui,
ma ne valeva la pena.
Sbuffando per lo spostamento rapido, mi chiede
se già mi stanno servendo. No, sono venuta perché mi hanno regalato bottoni
fatti da lei e ne sono rimasta colpita. Il suo sguardo comincia a illuminarsi.
Va e torna con une bella scelta di opere.
Ma voglio qualcosa di più, di
diverso, di antico… -Ho capito, lei è un intenditrice!- Lo sguardo adesso
brilla e l’omone sembra leggero che quasi vola. Porta il suo tesoro, lo mostra
e comincia a raccontare.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIbvn0xkXV-anEcnwGTObcTWkX_PMugKkDAqVQeXMPp92gTy5tNgkyJ73T945lRVigHUCdicv5wkG5_XBBfpsfnxb8ttlFijMkj-yAKj9IrHMfioLCQKzRhU0r7c5CVeFR0VgOkiBlaP5Z/s200/Senza-titolo-1.jpg)
Penso che è proprio da questo
clima che, in fondo, è nata la grande stagione del design italiano.
Meravigliosi creativi che sognavano partendo da un niente e hanno fatto
crescere e volare questo Paese. Come sono cambiate oggi le cose… C’è che si
sveglia al mattino e decide di essere un artista. E c’è chi pensa che basti una
laurea in una disciplina col nome che suona bene per diventare l’erede di
Munari.
Poi, l’industria rinasce.
Arrivano i nuovi materiali. Il signor Carieri incide con maestria il crystal,
trasparente, scolpisce fiori e li
colora. Oppure lavora la galalite (dal greco pietra di latte), bianca e opaca,
ottenuta dalla caseina. Arrivano le plastiche: il LAES si ammorbidisce col
calore e permette di inserire minuscoli cristalli colorati. A volte, l’artista
dei bottoni si ritrova a sminuzzare conchiglie per comporre mosaici di
madreperla all’interno dei fondelli.
La crescente disponibilità di
materiali polimerici produce la grande rivoluzione industriale nel mondo del
bottone. Nascono i bottoni colati negli stampi, che prendono il sopravvento sui
più laboriosi bottoni scolpiti. I Carieri però non rifuggono dal progresso.
Affascinati dalle nuove materie prime, le lavorano con tecniche antiche: la
colatura non esclude la successiva tornitura ed i vari raffinamenti che rendono
il prodotto artigianale unico e superiore. Con la perlite lavorata a caldo, a
mani nud, il padre di Fabio crea delle incredibili forme annodate.
Infine, il ciclone Swarowski:
perline e strass variopinti invadono il mondo e danno ai nuovi benestanti l’illusione
di essere cosparsi di gioielli come i principi del passato. Il successo è tale
che i Carieri devono allargare la fabbrica ed assumere tanti operai. Che bei
tempi…
Oggi Fabio continua la tradizione
di famiglia. Con tutte le difficoltà che un’Italia ingrata regala da sempre al
Sud. Ma lui non si lamenta troppo. Come il nonno fondatore, è convinto che
proprio dalle ristrettezze nascono le grandi idee e le creazioni innovative. Come
il vino, che esce migliore dalle viti più sofferte.
Compro una fetta del suo tesoro e
me ne vado ricca. Non solo di bottoni.
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